Lorenzo
Pastrovicchio e Andrea “Casty” Castellan sono oggi di certo due delle firme più
importanti del panorama Disney nazionale e internazionale (Pikappa, Darkenblot, Wizards of Mickey, Double Duck). Saranno a Palmanova per parlare delle loro passioni
e di come queste si trasferiscono nel loro lavoro. Alcune domande in anteprima
ci aiutano ad impostare il tema che sarà sviluppato durante l’incontro di
sabato 01 luglio (ore 18.00, presso il Teatro), durante il quale Casty “presenterà”
il lavoro del collega, omaggiando la sua carriera ormai più che ventennale. Per
maggiori informazioni sui loro lavori: http://www.pastrovicchio.it/Sito/Index.html
e https://www.facebook.com/Casty-133535668837/
.
Quando è nata la vostra passione per il fumetto Disney?
PASTROVICCHIO Il fumetto Disney, in quanto tale, è entrato nelle mie letture fin da bambino... A livello professionale invece l'ho riscoperto intorno ai vent'anni, e così ho potuto apprezzare meglio tutti gli autori che mi facevano sognare da bambino.
CASTY Ho imparato a leggere su Topolino, quindi direi fin dalla più
tenera età. E quei disegni mi affascinavano talmente che mi fecero pure nascere
la passione per il disegno. E anche la voglia di scrivere, di viaggiare con la
fantasia e di raccontare avventure.
Se volessimo indicare alcuni autori che vi hanno influenzato potremmo forse citare Romano Scarpa e Floyd Gottfredson per Casty, Giorgio Cavazzano per Lorenzo. Potete definire meglio nei vari momenti della vostra carriera, e fino ad oggi, qual è stato il percorso di formazione attraverso le esperienze e le letture che avete svolto o che state ancora oggi affrontando?
PASTROVICCHIO In realtà, fin da subito, ho cercato di non seguire un autore Disney in particolare, ma cercavo di capire le peculiarità di ognuno di loro per "estrarne" ciò che mi piaceva di più, quello che sentivo più affine...
Inutile quasi nominarli, da Carpi
a Bottaro, poi Scarpa, Cavazzano, De Vita, ma anche Scala e Asteriti e non ultimo
Gatto... poi sicuramente anche Gottfredson e Barks.
Ognuno di loro ha riempito il mio
immaginario zaino disneyano e continuano a farlo ancora oggi ogniqualvolta
voglio sentirmi un po' più ispirato nel mio lavoro.
CASTY Scarpa sicuramente è stato
ed è per me il riferimento principale: i suoi personaggi sono classici e
armonici e si prestano benissimo a esser presi come modello. Però non volevo
assolutamente divenire un "clone" di Scarpa, e quindi ho via via
cercato di aggiungere al mio stile elementi presi da altri maestri Disney che
stimo. Gottfredson in primis, ma poi anche Massimo De Vita, Luciano Bottaro,
Cavazzano ovviamente, o anche Guido Scala di cui mi piaceva tantissimo lo stile
surreale che riusciva a dare alle espressioni dei personaggi.
Lo stesso dicasi per quanto
riguarda lo scrivere: sono partito dal Topolino più classico per poi cercare
una certa varietà di toni e di stili. Anche qui, non mi interessa emulare in
toto questo o quell'altro autore Disney, ma piuttosto studiare i meccanismi
della comicità e dell'avventura e poi assemblarli in qualcosa di nuovo e
originale.
In un preciso momento storico sembrava indispensabile, per un autore che volesse proporsi alla Disney, la frequentazione dell’Accademia Disney. In base alla vostra esperienza (Lorenzo l’ha frequentata, Casty no) ritenete che quell’esperienza abbia costituito un vantaggio, sia per gli aspiranti autori sia per l’editore, soprattutto per impostare la formazione di giovani secondo un canone ben definito, potendoli quindi seguire per svilupparne al meglio le potenzialità? Voi, da professionisti oramai affermati, state seguendo più o meno indirettamente qualche giovane autore che potrebbe un giorno diventare vostro ipotetico “allievo”?
PASTROVICCHIO Non seguo nessun giovane autore, è impegnativo e poi si possono creare delle aspettative a cui non si può sempre rispondere... Nel caso mi fosse invece chiesto dalla Disney non avrei nessun problema a farlo, un po' come era successo a me con l'Accademia Disney. Dico era perché attualmente non esiste più, e sicuramente per tanti aspiranti artisti ciò è un peccato... ma i tempi cambiano e ci si deve adattare.
Adesso la redazione di Topolino fa
parte del gruppo Panini, e i giovani pretendenti possono presentare
direttamente a loro le proprie opere e confidare in una chiamata per essere
seguiti...
CASTY L'Accademia è stata e
sarebbe sicuramente utile per conoscere bene i personaggi con cui si ha a che
fare e soprattutto per imparare quello che è lo "stile Disney", il
quale, ricordiamolo, è fondamentalmente quello di un fumetto per bambini. Detto
questo, io non l'ho frequentata perché... be', sono arrivato in Disney
abbastanza "vecchio" e in redazione, valutati i miei primi lavori, ritennero
che la mie competenze fossero già sufficienti.
No, non seguo nessun
"giovane", anche perché io stesso ho ancora molto da imparare e sarei
imbarazzato a fare da maestro a qualcuno.
Nel leggervi sembra che entrambi abbiate un interesse per la sci-fi - di stampo più classico (avventura fantastica, se non fantascientifica) nel caso di Andrea, e più cyberpunk, con uno sguardo al mecha design, nel caso di Lorenzo - tanto da esservi infine avvicinati per creare una versione fantascientifica di Macchia Nera, Darkenblot. Oltre all’universo disneyano in cui è filtrata questa passione (vedi Lorenzo anche al lavoro su PK), quali sono le fonti di questa e quali gli autori che vi hanno influenzato in questo senso?
PASTROVICCHIO Il mio cuore si è sempre diviso tra fumetti umoristici e fumetti d'avventura (in genere super eroistici lo ammetto), quindi oltre ai già citati disneyani, mi son divertito a leggere le Sturmtruppen e Lupo Alberto, passando per Flash Gordon di Raymond, e alternandoli a Marvel e DC (titoli vari, mi piacevano tutti).
Poi
le prime serie manga (incredibili) come Akira
del mitico Otomo, Ken il Guerriero, e
il visionario Masamune Shirow con Appleseed...
A
tutt'oggi continuo a farmi influenzare piacevolmente da chiunque attiri la mia
attenzione creativa, è il bello di questo mestiere/passione.
CASTY Per
quanto riguarda me, da giovanissimo ero un grande lettore di fantascienza e
avventura, per cui divoravo qualsiasi romanzo, racconto o fumetto sul genere.
Poi guardavo (e guardo tutt'ora) un sacco di film. Asimov, Verne, Salgari, H.G.
Wells, Bradbury sono i primi autori che mi vengono in mente, ma ti dirò che al
tempo nemmeno guardavo l'autore, mi interessava soprattutto la storia.
Poi ci sono
stati i cartoni animati giapponesi, con Miyazaki su tutti, e poi, in tempi più
recenti, Ghost in the shell e Appleseed. Possiamo dire che questo è
stato il "punto di contatto" con Lorenzo, visto che anche lui ne è un
grande estimatore.
Avete mai pensato di
realizzare qualcos’altro in ambito extra-disneyano, partendo dalle basi
culturali che vi avvicinano?
PASTROVICCHIO Se ho capito bene la domanda, mi chiedi se io e Casty abbiamo mai pensato di fare qualcosa insieme al di fuori del mondo disneyano... Si, qualche volta ne abbiamo parlato, ma non abbiamo probabilmente ancora avuto la scintilla creativa, "l'ideona". Ma non è detto che prima o poi non succeda.
CASTY Per ora
no, abbiamo entrambi un sacco di lavori e progetti in corso, ma sicuramente
potrà esserci un'occasione in futuro: lavorare con Lorenzo è molto appagante
per uno sceneggiatore, è una persona davvero appassionata del suo lavoro e ci
tiene a che le cose vengano fatte bene.
In questi ultimi anni anche la Disney sta affrontando molti cambiamenti editoriali. Appare evidente una ricerca attorno alla promozione dei volumi anche attraverso la riconoscibilità degli autori. Le stesse fiere o festival di settore sono sempre di più diventate dei momenti durante i quali si matura questa conoscenza. Nascono volumi con edizioni molto curate, immaginabili in ambito Disney fino a qualche anno fa. Voi come state vivendo questo momento di passaggio?
PASTROVICCHIO La stiamo vivendo molto bene, è bello vedere il proprio lavoro valorizzato, quindi, viva Panini e viva Topolino.
CASTY Come
autore è sicuramente gratificante vedere valorizzate le proprie storie e quindi
ho un'opinione estremamente positiva a riguardo.
Come si diceva sono oggi moltissimi i festival e le fiere di settore (fumetto). Cosa vi aspettate oggi da esse? Cosa vi pare manchi?
PASTROVICCHIO È vero le fiere oramai sono veramente tante, e a volte capita di dover dire di no a qualche invito perché le date dell’evento vanno sovrapponendosi. Sinceramente non riesco a capire pienamente le reali motivazioni dietro a questo fenomeno in questo periodo storico. Ci sono stati dei momenti in cui il fumetto veniva letto molto di più e di fiere ce ne era solo una in Italia.
A parte
questo, per me, le fiere sono delle splendide occasioni per incontrare gli
appassionati, visitare città in cui magari non sarei mai passato e incrociare
giovani e vecchi Autori.
È comunque
molto gratificante vedere quanto amore c'è ancora per questa arte, il fumetto,
che sembra sempre venire "attaccata" da qualche nuovo interesse
tecnologico (vedi la TV negli anni 70, i videogiochi e i più recenti smartphone)
e che invece finisce addirittura per integrarsi ad esso, o a volte esserne
addirittura fonte di ispirazione, come per tante serie televisive o film.
CASTY Se
qualcosa manca, credo sia nella scarsa attenzione che i media di solito
riservano a queste iniziative. Se ci pensi, l'Italia è il primo e indiscusso
produttore al mondo di fumetti Disney: abbiamo avuto e abbiamo tuttora Maestri
(per dirne uno: Cavazzano) le cui storie vengono diffuse e ristampate in
continuazione, eppure... quasi nessuno lo sa, tv e giornali non ne parlano
praticamente mai.
Mi sono
trovato quasi sempre benissimo a tutte i festival a cui ho partecipato, per cui
direi che ben vengano nel momento in cui riescono a tener vivo l'interesse per
il fumetto.