Originario
dell’Argentina, Cuello risiede in Friuli-Venezia Giulia e da alcuni anni lavora
nel settore del fumetto e della grafica. Il suo sito è www.danielcuello.com.
Residenza Arcadia è un libro che parla di paura,
intolleranza e quotidianità, ma in modo divertente, cinico e commovente. Ho
fatto in modo che il lettore odi e ami contemporaneamente i protagonisti. Sono
proprio loro il centro di questo libro, i loro dialoghi e le loro storie sono
il fulcro di tutti gli eventi e portano, come un vortice, verso un finale
inatteso.
Hai avuto una formazione artistica specifica o sei
autodidatta?
Sono autodidatta, non ho mai frequentato scuole di fumetto.
La maggior parte delle cose che ho imparato, e che metto in pratica quando
scrivo e disegno, le ho acquisite leggendo altri autori e facendo molta,
moltissima, pratica. Per anni la mia è stata più una ricerca che una vera e
propria produzione.
Ci racconti brevemente le tue precedenti esperienze
professionali?
Ho fatto molte cose. Per anni sono stato un
magazziniere/commesso in un negozio della grande distribuzione, da qualche
anno, invece, mi occupo di fumetti, illustrazione e grafica. Ho pubblicato con
Baldini&Castoldi, Becco Giallo e Bao Publishing.
Nel tuo stile è difficile ravvisare delle influenze
precise (certi disegni mi hanno ricordato un po’ Paco Roca, ma più per la verve
che per il tratto): ammesso che ci siano, quali consideri i tuoi maestri
ideali?
In realtà di Paco Roca non c'è molto nel mio stile,
disegnavo personaggi anziani e arcigni ancora prima che uscisse Rughe. Sono due, forse tre, gli autori a
cui mi sono principalmente ispirato: Quino, il creatore di Mafalda, del quale
però amo soprattutto le vignette mute, Guy Delisle, per la semplicità dei segni
che si sposano perfettamente con la sua visione tragicomica del mondo. E in
ultimo Mattotti, dal quale ho preso ispirazione specialmente nei primi anni
della mia produzione.
Dal tuo sito si nota il tuo interesse per
le nuove tecnologie e per i social network: la cosa si estende anche agli
strumenti con cui lavori, cioè usi effettivamente solo computer e tavoletta
grafica?
Sì, sono passato al digitale anni fa, da allora la carta la
uso principalmente per i bozzetti, ma la maggior parte dei disegni definitivi
la faccio in digitale. Ad oggi uso quasi esclusivamente Photoshop, non perché
sia in assoluto il miglior software, ma perché è quello a cui sono più
abituato.
Tu sei originario dell’Argentina: hai fatto in tempo a
vedere gli ultimi fasti delle riviste Columba e Record, come D’Artagnan, Nippur Magnum, Skorpio,
ecc.?
No, paradossalmente li ho letti tardivamente quando vivevo
già in Italia.
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